Come è bello sostenerti la domenica alle tre!
L'idea per questo post mi è venuta in una domenica di stadio, in Curva A al San Paolo. A un certo punto la curva, fra i tanti cori di incitamento alla squadra, ne intona uno in particolare
Il verso finale del coro mi ha fatto riflettere una volta tornato a casa, e ha dato anche il titolo a questo post: Come è bello sostenerti la domenica alle tre!
Al giorno d'oggi infatti non è affatto scontato che la squadra si sostenga precisamente la domenica alle tre, o per essere precisi alle 15:00. Anzi, se la squadra è una di quelle che partecipa stabilmente alle coppe europee (e fortunatamente fra queste rientra anche il Napoli, da un paio di stagioni a questa parte) potrebbe addirittura essere un evento raro giocare al canonico orario della domenica pomeriggio tanto caro ai tifosi.
Ma andiamo con ordine e partiamo, come ogni storia che si rispetti, da una data: 29 agosto 1993, si gioca la prima giornata della novantaduesima edizione del campionato italiano di calcio, che inizia prima del solito in quanto nel mese di giugno 1994 ci saranno i campionati mondiali di calcio negli U.S.A. Fra le altre si gioca, all'Olimpico di Roma, Lazio-Foggia. La partita passerà alla storia: non per il risultato (un normalissimo 0-0, anche se a suo modo anomalo lo è, visto che una delle due squadre era lo spettacolare e sbilanciatissimo Foggia di Zdenek Zeman) ma perché la partita si disputò alle 20:30: stiamo infatti parlando del primo storico posticipo domenicale della storia della Serie A.
Una novità epocale, che fa storcere il naso ai puristi, quelli che la Serie A è tutta la domenica alle 15:00, tutti in contemporanea, con aggiornamenti da ogni campo con la radiolina all'orecchio sintonizzata su Tutto il calcio minuto per minuto, lo storico programma che trasmetteva la radiocronaca di tutte le partite della Serie A, con prevalenza però per i campi più importanti, quelli in cui si emettono i verdetti decisivi, quelli degli scambi quasi tennistici fra Enrico Ameri e Sandro Ciotti.
Adesso però c'è questa piccola novità: delle nove partite in programma ogni domenica, una si sarebbe giocata la sera, alle 20:30. Tutto sommato, è una novità a cui si abituano presto anche i puristi di cui sopra: diventa quasi piacevole attendere l'appuntamento serale della Domenica Sportiva seguendo una partita di campionato, e sull'onda della stessa ascoltare i servizi TV su questa e poi sulle altre partite della giornata.
Perché allora quest'urlo di nostalgia, questa richiesta d'aiuto verso l'orario canonico delle partite di campionato? Perché molto, troppo è cambiato da quel Lazio-Foggia del '93...
Prima ancora dell'orario delle partite, è cambiato il calcio, i suoi tifosi e i modi in cui si "usufruisce" del prodotto calcio: se per anni il tifoso si è "accontentato" di seguire in diretta solo radiofonica le partite (ovviamente parliamo di radio pubblica, statale, ascoltabile da tutti liberamente) e di gustarsi le migliori immagini delle partite solo dalle 18:00 in poi con 90' minuto e le discussioni e gli approfondimenti alle 22:00 con la già citata Domenica Sportiva; nel 1990 era comparsa all'orizzonte l'ombra di Tele+, la prima piattaforma televisiva a pagamento, controllata dalla cordata formata dal magnate tedesco nel settore dei mass media e dell'intrattenimento Leo Kirch e dagli imprenditori italiani, tra l'altro patron di squadre di calcio di Serie A, Vittorio Cecchi Gori e Silvio Berlusconi.
L'intervento di quella che è di fatto la prima pay TV italiana è cruciale: il primo mercato che la rete adocchia, quello più ricco, è proprio il calcio, la Serie A e i suoi campioni che fanno gola a tutti (d'altronde sono ancora gli anni '90, quando il nostro campionato era davvero il più bello e difficile del mondo). Il nuovo canale allora si assicura, negli anni che vanno dal 1993 al 1996, la diretta di un'unica gara per giornata di campionato, gara che si sarebbe giocata in posticipo la sera, alle 20:30 (la già citata Lazio-Foggia per la prima del campionato 1993-94 ad esempio) per tutte le giornate di campionato fino alla 28ma giornata: le ultime sei sfuggirono al nuovo network, in quanto la Lega insistette perché quelle giornate, quelle decisive che avrebbero sancito i verdetti definitivi del campionato, si giocassero in contemporanea al fine di garantire la massima regolarità possibile allo svolgimento delle partite chiave della stagione.
Questa formula, che piacque un po' a tutti (volete mettere una diretta radiofonica con la possibilità di vedere la partita dal proprio divano, in stile fantozziano, pagando un abbonamento semestrale o annuale?), era però destinata a non durare: la fame del tifoso che adesso poteva vedere le partite per intero, privilegio finora garantito solo a coloro i quali la domenica pomeriggio sacrificavano il pranzo domenicale e andavano ad affollare i gradoni dello stadio, era ormai stuzzicata, e la possibilità per la pay TV di sfruttare ancora meglio questa gallina dalle uova d'oro che era la Serie A, e moltiplicare i ricavati, allettava parecchio il trio Kirch-Cecchi Gori-Berlusconi. E per entrambi, si sa, l'appetito vien mangiando.
Quindi, a partire dal 1996, con l'introduzione della piattaforma satellitare D+, il calcio si sposta (per chi paga, ovviamente) sulla TV via satellite su Tele+, e solo per i non abbonati, o coloro che decidono di non comprare la visione di alcuna partita (è stato introdotto infatti il sistema pay per view: non è necessario abbonarsi e guardare tutta la Serie A: il tifoso juventino ad esempio può scegliere di fare un abbonamento solo per vedere le partite della Juventus o addirittura di vedere solo poche partite di suo interesse, pagando la trasmissione del singolo evento) è ancora valido il normale programma televisivo RAI. Palinsesto che però diviene sempre più povero e inadatto a coprire la giornata calcistica: dal 1997-98 vengono infatti introdotti gli anticipi del sabato, uno alle 18:00 e l'altro alle 20:30. I nuovi anticipi sono terreno fertile per le pay TV, che possono aumentare la loro offerta e i loro proventi dalla trasmissione di queste partite, e un nuovo colpo al cuore per i puristi e per i tifosi da stadio abituati alla tradizione, che vedono impoverirsi il palinsesto storico della domenica pomeriggio alle 15:00.
La via è ormai segnata, e il mercato dei diritti TV che vede dirette interessate non solo la Lega calcio, ma anche le singole squadre del massimo campionato, vede entrare in scena nuovi personaggi: il primo è Stream TV, che sarà diretto concorrente di TELE+, e coi quali i vecchi padroni del calcio televisivo sono costretti a dividere la posta, e dal 2003 il nuovo colosso del satellitare SKY che, complice il fallimento delle prime due emittenti, mantiene un'egemonia pressoché assoluta nel palinsesto calcistico satellitare.
In conclusione: ci sono voluti più di 30 anni (partendo dal 10 gennaio 1960, data di nascita di Tutto il calcio...) per ottenere la diretta TV di una sola partita in posticipo serale, mentre ne sono bastati solo undici per vedere sbucare partite negli orari più strani possibili: dall'anticipo del venerdì sera ai posticipi della domenica pomeriggio alle 18:00; dal lunch match della domenica alle 12:30 ai posticipi (plurimi, alle 19:00 e alle 21:00) del lunedì fino alla novità assoluta di quest'anno, l'anticipo del sabato alle 15:00. Siamo di fronte al tanto chiacchierato calcio spezzatino, e al diavolo la "sacralità" della domenica alle tre, orario al quale sono rimaste le partite (a volte molto poche, se c'è concomitanza di tutte le variazioni d'orario elencate) di minore interesse sportivo, e quindi televisivo per logica conseguenza. L'orario storico, quello più amato dai tifosi storici, quelli che ancora affollano i nostri vetusti e scomodi stadi, è ormai svuotato di ogni significato, destituiti del loro ruolo che, fino agli anni '80-'90, era fondamentale per tutto il sistema calcio, quello di fruitori del prodotto.
Adesso invece il calcio e la sua trasmissione è completamente cambiata, sia in mezzi che in orari, proprio perché è profondamente cambiato il pubblico a cui il prodotto è rivolto: non più i tifosi che affollano gli stadi (che sono drammaticamente sempre più vuoti), ma i clienti che pagano per guardare lo spettacolo che più gradiscono comodamente seduti sul proprio divano, con tutti comfort del caso. Indice di questo cambiamento anche il prezzo di una partita allo stadio: gli stadi moderni che vediamo negli altri paesi europei sono grandi, puliti, bellissimi, avveniristici, vivi ventiquattro ore su ventiquattro, ricchi di ristoranti, cinema, store ufficiali e ogni altra attrattiva che possa venirvi in mente, tutte offerte che devono essere naturalmente pagate il giusto prezzo: lo stadio è quasi diventato luogo per ricchi che vogliono togliersi lo sfizio di assistere a uno spettacolo come si trattasse di un teatro, non luogo popolare del tifoso medio, che anzi diserta spesso lo stadio perché non può letteralmente più permetterselo. Di conseguenza sono cambiati anche i "parametri" che differenziano un grande club da uno piccolo: il grande club prima era quello il quale era capace di riempire settimanalmente il proprio stadio, dagli anni '90 è invece quello in grado di vendere a un numero maggiore di clienti il proprio prodotto (da qui la nascita delle famose sette sorelle Inter, Juventus, Milan, Roma, Lazio, Fiorentina e Parma che dominarono le scene calcistiche di quel decennio, e le difficoltà invece degli altri club ad imporsi sul grande palcoscenico nazionale).
Inoltre, negli ultimissimi anni si è aperta una nuova frontiera, assolutamente sconosciuta e impensabile fino agli anni '80: il mercato asiatico.
Come i vecchi pionieri americani si lanciarono verso gli spazi sconfinati che offriva il selvaggio e fino ad allora sconosciuto West, così i grandi club europei (specialmente le grandi squadre inglesi e spagnole come Manchester United, Arsenal, Barcellona e Real Madrid) si sono spinti verso questo nuovo e ricchissimo mercato, pieno di giovani tifosi vogliosi di spendere i loro soldi per vedere (e non solo in TV, a giudicare dalle numerose tournée che questi club fanno in estate proprio in questi paesi) i loro idoli, di cui finora avevano soltanto sentito parlare. Addirittura possiamo attribuire a loro la "creazione" del lunch match: infatti giocando all'Old Trafford la partita decisiva per il titolo inglese Manchester United-Chelsea alle 12:30, nell'Estremo Oriente la partita verrà trasmessa alle 20:30 locali, in prima serata, orario ideale per i tifosi dagli occhi a mandorla.
Da qui una nuova forbice: le squadre leader in Europa sono proprio quelle che hanno a disposizione questo vastissimo pubblico: non devono sorprendere quindi i titoli che queste squadre riescono a vincere nelle maggiori competizioni europee; mentre i nostri club, i quali non hanno sbancato il lunario in quel mercato, restano ai margini dei grandi palcoscenici sportivi continentali.
Proprio alla luce di ciò, possiamo amaramente constatare che siamo ormai sulla via del non ritorno: anzi, per sperare in una nuova crescita economico-sportiva del nostro calcio malato e vetusto, è auspicabile per noi invadere il mercato asiatico, anche trasmettendo il derby d'Italia Inter-Juventus allo scomodo orario delle 12:30, per far sì che tanti soldi asiatici entrino nelle casse dei grossi club nostrani. Ciò però comporta un effetto collaterale: a pagarne sono e saranno i fedelissimi dello stadio, costretti sempre a nuovi sacrifici, economici ma anche logistici, per sostenere da vicino i propri beniamini. Un vero peccato, perché i tifosi allo stadio, i canti, i suoni, il colore delle sciarpe e delle bandiere, e il calore che riescono a dare sono insostituibili per i calciatori e per gli amanti dello sport vero, che non possono accontentarsi certo dell'HD o del Dolby Surround. E perciò in molti, nonostante la globalizzazione del calcio sia un fenomeno ormai irrefrenabile e per molti versi necessario, continueremo (mi ci metto dentro anche io) ad essere lì, seduti stretti uno addosso all'altro sui gradoni di stadio, a ricordare i bei tempi andati, quelli in cui era "bellissimo sostenere la domenica alle tre".
SITOGRAFIA VIDEO E IMMAGINI:
http://www.youtube.com/watch?v=_UYtoptpmGg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/a/a4/Tele%2B_logo_2003.svg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/6e/Logo_sky.png
http://massimousai.typepad.com/.a/6a00d8341cf45353ef01538fd78f0c970b-800wi
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQdC67se01ZwkOn_0VVWXtokacL_YJU0OCT-KM-lah4rRaKLLYsmuMb8H-jF2ayBH4i3SHIaSg0GTRye6Q-PBw_853gW1TF-caDZru4Kx3viWvbnUnjt1ZWEDT1fgBIEN5DU0yE69nwhM/s1600/905490_571182066245777_265318516_o.jpg
http://www.ilgiorno.it/data/images/gallery/2014/101692/campiona3.JPG
Il verso finale del coro mi ha fatto riflettere una volta tornato a casa, e ha dato anche il titolo a questo post: Come è bello sostenerti la domenica alle tre!
Al giorno d'oggi infatti non è affatto scontato che la squadra si sostenga precisamente la domenica alle tre, o per essere precisi alle 15:00. Anzi, se la squadra è una di quelle che partecipa stabilmente alle coppe europee (e fortunatamente fra queste rientra anche il Napoli, da un paio di stagioni a questa parte) potrebbe addirittura essere un evento raro giocare al canonico orario della domenica pomeriggio tanto caro ai tifosi.
Ma andiamo con ordine e partiamo, come ogni storia che si rispetti, da una data: 29 agosto 1993, si gioca la prima giornata della novantaduesima edizione del campionato italiano di calcio, che inizia prima del solito in quanto nel mese di giugno 1994 ci saranno i campionati mondiali di calcio negli U.S.A. Fra le altre si gioca, all'Olimpico di Roma, Lazio-Foggia. La partita passerà alla storia: non per il risultato (un normalissimo 0-0, anche se a suo modo anomalo lo è, visto che una delle due squadre era lo spettacolare e sbilanciatissimo Foggia di Zdenek Zeman) ma perché la partita si disputò alle 20:30: stiamo infatti parlando del primo storico posticipo domenicale della storia della Serie A.
Una novità epocale, che fa storcere il naso ai puristi, quelli che la Serie A è tutta la domenica alle 15:00, tutti in contemporanea, con aggiornamenti da ogni campo con la radiolina all'orecchio sintonizzata su Tutto il calcio minuto per minuto, lo storico programma che trasmetteva la radiocronaca di tutte le partite della Serie A, con prevalenza però per i campi più importanti, quelli in cui si emettono i verdetti decisivi, quelli degli scambi quasi tennistici fra Enrico Ameri e Sandro Ciotti.
Adesso però c'è questa piccola novità: delle nove partite in programma ogni domenica, una si sarebbe giocata la sera, alle 20:30. Tutto sommato, è una novità a cui si abituano presto anche i puristi di cui sopra: diventa quasi piacevole attendere l'appuntamento serale della Domenica Sportiva seguendo una partita di campionato, e sull'onda della stessa ascoltare i servizi TV su questa e poi sulle altre partite della giornata.
Perché allora quest'urlo di nostalgia, questa richiesta d'aiuto verso l'orario canonico delle partite di campionato? Perché molto, troppo è cambiato da quel Lazio-Foggia del '93...
Prima ancora dell'orario delle partite, è cambiato il calcio, i suoi tifosi e i modi in cui si "usufruisce" del prodotto calcio: se per anni il tifoso si è "accontentato" di seguire in diretta solo radiofonica le partite (ovviamente parliamo di radio pubblica, statale, ascoltabile da tutti liberamente) e di gustarsi le migliori immagini delle partite solo dalle 18:00 in poi con 90' minuto e le discussioni e gli approfondimenti alle 22:00 con la già citata Domenica Sportiva; nel 1990 era comparsa all'orizzonte l'ombra di Tele+, la prima piattaforma televisiva a pagamento, controllata dalla cordata formata dal magnate tedesco nel settore dei mass media e dell'intrattenimento Leo Kirch e dagli imprenditori italiani, tra l'altro patron di squadre di calcio di Serie A, Vittorio Cecchi Gori e Silvio Berlusconi.
L'intervento di quella che è di fatto la prima pay TV italiana è cruciale: il primo mercato che la rete adocchia, quello più ricco, è proprio il calcio, la Serie A e i suoi campioni che fanno gola a tutti (d'altronde sono ancora gli anni '90, quando il nostro campionato era davvero il più bello e difficile del mondo). Il nuovo canale allora si assicura, negli anni che vanno dal 1993 al 1996, la diretta di un'unica gara per giornata di campionato, gara che si sarebbe giocata in posticipo la sera, alle 20:30 (la già citata Lazio-Foggia per la prima del campionato 1993-94 ad esempio) per tutte le giornate di campionato fino alla 28ma giornata: le ultime sei sfuggirono al nuovo network, in quanto la Lega insistette perché quelle giornate, quelle decisive che avrebbero sancito i verdetti definitivi del campionato, si giocassero in contemporanea al fine di garantire la massima regolarità possibile allo svolgimento delle partite chiave della stagione.
Questa formula, che piacque un po' a tutti (volete mettere una diretta radiofonica con la possibilità di vedere la partita dal proprio divano, in stile fantozziano, pagando un abbonamento semestrale o annuale?), era però destinata a non durare: la fame del tifoso che adesso poteva vedere le partite per intero, privilegio finora garantito solo a coloro i quali la domenica pomeriggio sacrificavano il pranzo domenicale e andavano ad affollare i gradoni dello stadio, era ormai stuzzicata, e la possibilità per la pay TV di sfruttare ancora meglio questa gallina dalle uova d'oro che era la Serie A, e moltiplicare i ricavati, allettava parecchio il trio Kirch-Cecchi Gori-Berlusconi. E per entrambi, si sa, l'appetito vien mangiando.
Quindi, a partire dal 1996, con l'introduzione della piattaforma satellitare D+, il calcio si sposta (per chi paga, ovviamente) sulla TV via satellite su Tele+, e solo per i non abbonati, o coloro che decidono di non comprare la visione di alcuna partita (è stato introdotto infatti il sistema pay per view: non è necessario abbonarsi e guardare tutta la Serie A: il tifoso juventino ad esempio può scegliere di fare un abbonamento solo per vedere le partite della Juventus o addirittura di vedere solo poche partite di suo interesse, pagando la trasmissione del singolo evento) è ancora valido il normale programma televisivo RAI. Palinsesto che però diviene sempre più povero e inadatto a coprire la giornata calcistica: dal 1997-98 vengono infatti introdotti gli anticipi del sabato, uno alle 18:00 e l'altro alle 20:30. I nuovi anticipi sono terreno fertile per le pay TV, che possono aumentare la loro offerta e i loro proventi dalla trasmissione di queste partite, e un nuovo colpo al cuore per i puristi e per i tifosi da stadio abituati alla tradizione, che vedono impoverirsi il palinsesto storico della domenica pomeriggio alle 15:00.
La via è ormai segnata, e il mercato dei diritti TV che vede dirette interessate non solo la Lega calcio, ma anche le singole squadre del massimo campionato, vede entrare in scena nuovi personaggi: il primo è Stream TV, che sarà diretto concorrente di TELE+, e coi quali i vecchi padroni del calcio televisivo sono costretti a dividere la posta, e dal 2003 il nuovo colosso del satellitare SKY che, complice il fallimento delle prime due emittenti, mantiene un'egemonia pressoché assoluta nel palinsesto calcistico satellitare.
In conclusione: ci sono voluti più di 30 anni (partendo dal 10 gennaio 1960, data di nascita di Tutto il calcio...) per ottenere la diretta TV di una sola partita in posticipo serale, mentre ne sono bastati solo undici per vedere sbucare partite negli orari più strani possibili: dall'anticipo del venerdì sera ai posticipi della domenica pomeriggio alle 18:00; dal lunch match della domenica alle 12:30 ai posticipi (plurimi, alle 19:00 e alle 21:00) del lunedì fino alla novità assoluta di quest'anno, l'anticipo del sabato alle 15:00. Siamo di fronte al tanto chiacchierato calcio spezzatino, e al diavolo la "sacralità" della domenica alle tre, orario al quale sono rimaste le partite (a volte molto poche, se c'è concomitanza di tutte le variazioni d'orario elencate) di minore interesse sportivo, e quindi televisivo per logica conseguenza. L'orario storico, quello più amato dai tifosi storici, quelli che ancora affollano i nostri vetusti e scomodi stadi, è ormai svuotato di ogni significato, destituiti del loro ruolo che, fino agli anni '80-'90, era fondamentale per tutto il sistema calcio, quello di fruitori del prodotto.
Adesso invece il calcio e la sua trasmissione è completamente cambiata, sia in mezzi che in orari, proprio perché è profondamente cambiato il pubblico a cui il prodotto è rivolto: non più i tifosi che affollano gli stadi (che sono drammaticamente sempre più vuoti), ma i clienti che pagano per guardare lo spettacolo che più gradiscono comodamente seduti sul proprio divano, con tutti comfort del caso. Indice di questo cambiamento anche il prezzo di una partita allo stadio: gli stadi moderni che vediamo negli altri paesi europei sono grandi, puliti, bellissimi, avveniristici, vivi ventiquattro ore su ventiquattro, ricchi di ristoranti, cinema, store ufficiali e ogni altra attrattiva che possa venirvi in mente, tutte offerte che devono essere naturalmente pagate il giusto prezzo: lo stadio è quasi diventato luogo per ricchi che vogliono togliersi lo sfizio di assistere a uno spettacolo come si trattasse di un teatro, non luogo popolare del tifoso medio, che anzi diserta spesso lo stadio perché non può letteralmente più permetterselo. Di conseguenza sono cambiati anche i "parametri" che differenziano un grande club da uno piccolo: il grande club prima era quello il quale era capace di riempire settimanalmente il proprio stadio, dagli anni '90 è invece quello in grado di vendere a un numero maggiore di clienti il proprio prodotto (da qui la nascita delle famose sette sorelle Inter, Juventus, Milan, Roma, Lazio, Fiorentina e Parma che dominarono le scene calcistiche di quel decennio, e le difficoltà invece degli altri club ad imporsi sul grande palcoscenico nazionale).
Inoltre, negli ultimissimi anni si è aperta una nuova frontiera, assolutamente sconosciuta e impensabile fino agli anni '80: il mercato asiatico.
Come i vecchi pionieri americani si lanciarono verso gli spazi sconfinati che offriva il selvaggio e fino ad allora sconosciuto West, così i grandi club europei (specialmente le grandi squadre inglesi e spagnole come Manchester United, Arsenal, Barcellona e Real Madrid) si sono spinti verso questo nuovo e ricchissimo mercato, pieno di giovani tifosi vogliosi di spendere i loro soldi per vedere (e non solo in TV, a giudicare dalle numerose tournée che questi club fanno in estate proprio in questi paesi) i loro idoli, di cui finora avevano soltanto sentito parlare. Addirittura possiamo attribuire a loro la "creazione" del lunch match: infatti giocando all'Old Trafford la partita decisiva per il titolo inglese Manchester United-Chelsea alle 12:30, nell'Estremo Oriente la partita verrà trasmessa alle 20:30 locali, in prima serata, orario ideale per i tifosi dagli occhi a mandorla.
Da qui una nuova forbice: le squadre leader in Europa sono proprio quelle che hanno a disposizione questo vastissimo pubblico: non devono sorprendere quindi i titoli che queste squadre riescono a vincere nelle maggiori competizioni europee; mentre i nostri club, i quali non hanno sbancato il lunario in quel mercato, restano ai margini dei grandi palcoscenici sportivi continentali.
Proprio alla luce di ciò, possiamo amaramente constatare che siamo ormai sulla via del non ritorno: anzi, per sperare in una nuova crescita economico-sportiva del nostro calcio malato e vetusto, è auspicabile per noi invadere il mercato asiatico, anche trasmettendo il derby d'Italia Inter-Juventus allo scomodo orario delle 12:30, per far sì che tanti soldi asiatici entrino nelle casse dei grossi club nostrani. Ciò però comporta un effetto collaterale: a pagarne sono e saranno i fedelissimi dello stadio, costretti sempre a nuovi sacrifici, economici ma anche logistici, per sostenere da vicino i propri beniamini. Un vero peccato, perché i tifosi allo stadio, i canti, i suoni, il colore delle sciarpe e delle bandiere, e il calore che riescono a dare sono insostituibili per i calciatori e per gli amanti dello sport vero, che non possono accontentarsi certo dell'HD o del Dolby Surround. E perciò in molti, nonostante la globalizzazione del calcio sia un fenomeno ormai irrefrenabile e per molti versi necessario, continueremo (mi ci metto dentro anche io) ad essere lì, seduti stretti uno addosso all'altro sui gradoni di stadio, a ricordare i bei tempi andati, quelli in cui era "bellissimo sostenere la domenica alle tre".
SITOGRAFIA VIDEO E IMMAGINI:
http://www.youtube.com/watch?v=_UYtoptpmGg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/a/a4/Tele%2B_logo_2003.svg
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/6/6e/Logo_sky.png
http://massimousai.typepad.com/.a/6a00d8341cf45353ef01538fd78f0c970b-800wi
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQdC67se01ZwkOn_0VVWXtokacL_YJU0OCT-KM-lah4rRaKLLYsmuMb8H-jF2ayBH4i3SHIaSg0GTRye6Q-PBw_853gW1TF-caDZru4Kx3viWvbnUnjt1ZWEDT1fgBIEN5DU0yE69nwhM/s1600/905490_571182066245777_265318516_o.jpg
http://www.ilgiorno.it/data/images/gallery/2014/101692/campiona3.JPG
Commenti
Posta un commento