Roger Milla: l'intramontabile leone indomabile
Esistono calciatori che, per le loro gesta sul campo da calcio, travalicano il confine del rettangolo di gioco, restando per sempre nell'immaginario collettivo come icone sportive indelebili. Così è stato per Maradona, Pele, Best (l'unico alla cui memoria, che io sappia, sia stato addirittura intitolato un aeroporto). Per non parlare degli sportivi in generale, e quindi di ciò che sono ancora oggi Ayrton Senna, Mohamed Alì e Michael Jordan.
Più in piccolo, per il semplice fatto che il suo nome sia stato poco globalizzato, ma circoscritto al suo piccolo, ma grande e affascinante mondo, appartiene a questo club anche Roger Milla.
E il suo piccolo grande mondo, carico di fascino e mistero che per noi europei resterà sempre imperscrutabile. è l'Africa. Cosa c'entra l'Africa col calcio? Prima di lui poco o nulla, ed è per questo che ancora oggi, in quel miscuglio di etnie, ben 200, che affaccia sull'Oceano Atlantico incastonato fra la savana e la foresta pluviale equatoriale che è il Camerun, Milla è ancora l'eroe calcistico per eccellenza, molto più di Eto'o che, probabilmente, è anche un calciatore migliore di Milla, con molti prestigiosi titoli in bacheca a dimostrarlo.
E' proprio nella capitale, Yaoundé, che Roger, l'intramontabile leone indomabile nasce nel maggio di 63 anni fa. Mi soffermo un attimo sui soprannomi con i quali lo presento in questo post: intramontabile e leone indomabile. Capire il perché di leone indomabile è relativamente semplice: è il nomignolo che viene dato alla nazionale camerunense, nomignolo utilizzato ancora oggi ma nato nel 1982, all'indomani della prima, storica rassegna mondiale alla quale la nazionale africana, con Milla in campo, prende parte. Lui è quindi, uno degli originari leoni indomabili. Più difficile trovare, al fianco del nome di Milla, il soprannome intramontabile: questo infatti è un aggettivo, azzeccato a mo' di nickname, che trovate con altissima frequenza quando vi riferite a un altro grandissimo sportivo, che segnò anch'egli un epoca. Questi non giocava a calcio, ma correva in bici, e il suo nome era Gino Bartali.
Mi dilungo un pochino in questo off-topic perché il personaggio merita davvero: Bartali è stato uno dei più grandi ciclisti della storia, che ha scritto pagine indelebili di sport insieme al suo rivale di sempre, Fausto Coppi. Dei due, Bartali era, per la piega presa dalla storia, quello più svantaggiato da Madre Natura: l'atleta fiorentino infatti ha avuto la sfortuna di nascere nel 1914, e quindi l'interruzione delle corse per cause belliche dal 1940 al 1945 gli ha tolto praticamente gli anni migliori della sua carriera, a differenza di Coppi che, essendo nato nel 1919, alla ripresa delle attività nel dopoguerra aveva solo 26 anni, ed era quindi nel fiore degli anni e dell'attività agonistica. Tuttavia, Coppi dovette guardare la schiena di Bartali ancora per un po' di tempo perché, nonostante l'età avanzata e il fatto che tutti lo dessero per finito, Gino conquistò ancora una volta il Giro d'Italia, due volte la Milano-Sanremo e il Giro di Svizzera ma soprattutto lo storico Tour de France 1948, dieci anni dopo la sua prima vittoria alla Gran Boucle, guadagnandosi a giusta ragione il riconoscimento di campione intramontabile.
A questo punto, è assolutamente chiara l'analogia fra i due campioni che mi ha spinto a chiamare anche Milla "intramontabile": la sua storia è quella unica di un atleta straordinariamente longevo ma che fu anche un talento precocissimo, quando giocava a calcio fra le strade polverose del suo Camerun. Proprio in questo particolarissimo habitat viene notato a Douala, città costiera del Camerun, dove Roger si trova con la sua famiglia, sempre in movimento a causa del lavoro del papà, ferroviere. E' quindi da Douala che parte il lungo viaggio di Roger Milla nel mondo del calcio, quando firma il suo primo contratto da professionista per l'Eclair: è il 1965, e Roger ha da poco compiuto 13 anni. Comincia quindi il cammino di Milla, che assume le proporzioni della scalata inarrestabile: dopo cinque anni, 52 partite e 45 gol, passa dall'Eclair al Léopard, sempre a Douala, dove conquista in quattro anni per ben due volte il campionato e apponendo la sua personalissima firma ben 89 volte su 117 apparizioni. A 21 anni, contemporaneamente ai gol col Léopard, arriva anche la chiamata della squadra con cui passerà alla storia, la nazionale camerunense. Nel frattempo però non resiste al richiamo di casa, e torna a Yaondé, tesserato dal Tonnerre, col quale si impone anche in ambito internazionale, conquistando la Coppa delle Coppe africana.
I suoi numeri e le sue vittorie attirano gli occhi curiosi del calcio che conta: ed è quindi a 25 anni, quando un calciatore solitamente entra nel pieno della sua parabola professionale, che compie il grande salto verso l'Europa, salto che se adesso appare normalissimo, allora era a dir poco raro. E' la Francia ad attirare Milla, e il campione camerunense, fresco di Pallone d'oro africano 1976, approda al Valenciennes.
La carriera del nostro leone però comincia a subire un rallentamento, nel quale sicuramente avrà avuto la sua parte un difficile ambientamento nel Vecchio Continente: scende in campo soltanto 28 volte in due anni, per la miseria di 6 gol. Tuttavia ha una nuova chance, e nel 1979 saluta il club e il confine belga per andare in un grande club del sud, il Monaco.
I guai per Roger pare non finiscano mai, e anche al Monaco sono pochissime le partite, a causa di frequenti malanni fisici, e ancor meno i gol, soltanto due. Non tutto il male viene per nuocere però: anche se non da protagonista, vince la Coppa di Francia.
Si ripete l'anno successivo, ancora Coppa di Francia, ma con un nuovo club, il Bastia: col club corso resta per ben 4 stagioni, che cominciano a dargli soddisfazioni, giocando tanto e segnando 37 gol totali, riavvicinandosi ai suoi standard. Proprio in quegli anni disputa la Coppa del mondo da centravanti titolare: inserito nel girone con Italia, Polonia e Perù, i leoni diventano indomabili proprio perché nessuna delle tre compagini riuscirà a batterli. Alla fine i 3 punti conquistati, frutto di tre pareggi, non eviteranno l'eliminazione alla nazionale africana, ma escono a testa altissima.
Ma torniamo in Francia: è il 1984, e Roger Milla, fresco campione d'Africa coi suoi leoni, ha ormai 32 anni quando accetta quello che, stando all'età, dovrebbe essere l'ultima grande esperienza della sua carriera, che gli offre il Saint-Etienne, club di grandissima tradizione che però, dopo anni difficili, si ritrova a partire dalla Ligue 2, e punta proprio sul vecchio leone per cercare la risalita. Occorreranno due anni al Saint-Etienne per tornare in massima serie, ma sono due annate da autentico trascinatore per Milla, che conclude l'esperienza in verde con 31 gol in 57 partite. Passa poi al Montpellier, col quale è semplicemente sontuoso: 18 gol il primo anno, con promozione immediata, 12 reti il secondo anno, fondamentali per la salvezza, altre 7 il terzo e ultimo anno col Montpellier. Nel frattempo Milla vince la sua seconda Coppa d'Africa, laureandosi capocannoniere.
Tantissime soddisfazioni, per uno che nel 1984 davano per finito: Milla ne approfitta quindi per concludere in bellezza col calcio professionistico, e nel 1989, a 37 anni, lascia il Montpellier e la nazionale, e si ritira dal grande calcio. La passione per il calcio lo prende ancora, certo, ma trova il modo di soddisfarla al Saint-Perroise, nell'isola di Riunione, un posto quasi dimenticato dal mondo, e per questo incontaminato, a metà strada fra Madagascar e le Mauritius, ma che amministrativamente è dipartimento d'oltremare appartenente alla Francia, dove può giocare tranquillamente a calcio senza la luce dei riflettori. Per lo meno, così crede: non sa che la storia del calcio lo sta chiamando per far di lui una leggenda.
Un anno dopo che Milla ha lasciato Montpellier, infatti, si sarebbero tenuti i Mondiali in Italia, quelli delle "Notti magiche", e il Camerun si ripresentava sulla scena della più grande manifestazione calcistica mondiale dopo aver mancato l'appuntamento messicano del 1986. Qualcuno di molto importante in Camerun, nientemeno che l'allora presidente Paul Biya (per la verità è ancora il presidente della repubblica camerunense, e lo è ininterrottamente dal 1982), si ricorda di quei mondiali spagnoli, e si ricorda anche che il centravanti di allora era appunto Milla, di cui è un tifoso sfegatato. Da qui nasce la grande idea: Biya telefona a Milla per chiedergli di tornare a vestire la maglia verde. E il CT, direte voi, sarà d'accordo? A Biya di Nepomniachi, il tecnico sovietico che allena i leoni indomabili, che non sa una parola in francese (l'ideale per allenare il Camerun, non c'è che dire...), non gliene frega niente, è lui a decidere. Dopo mille ripensamenti, lo sportivo prevale sul pensionato, e Milla accetta.
Il girone prevede per il Camerun un esordio durissimo, a San Siro contro l'Argentina campione del mondo di Maradona. E' la partita della grande sorpresa: il Camerun è messo benissimo in campo, gioca meglio degli argentini, crea e, al 67', si porta in vantaggio, gol di Omam-Biyik. Quel gol viene difeso strenuamente, anche in nove uomini, e regala al Camerun un'insperata vittoria.
Seconda partita, a Bari, contro una tenace Romania: non succede niente per 58', poi Nepomniachi manda in campo Milla. Soli 18 minuti dopo Roger raccoglie un pallone sparato in avanti, vince il duello aereo col rumeno Andone e, a tu per tu con Longu, lo batte senza pietà: 1-0. Il mondo si accorge di questo nonnetto fenomenale che porta in vantaggio i suoi compagni di squadra con un suo gol, per il quale esulta felice come un bambino, improvvisando una danza travolgente con la bandierina del calcio d'angolo.
A me piace immaginare che alla bandierina sia piaciuto il balletto: talmente tanto da chiedere, col fare sensuale di una femme-fatale, a Roger di concederle il bis. Fatto sta che, tornando alla realtà, dieci minuti dopo Milla spara un potente destro sotto l'incrocio che non lascia scampo al portiere rumeno, e la scena si ripete.
Adesso a ballare, però, è tutto il Camerun (e anche molti italiani che hanno preso in simpatia questi ragazzotti sconosciuti): il Camerun è la prima squadra africana della storia a superare il primo turno.
L'ultimo match con l'URSS è assolutamente inutile, e al posto dei camerunensi scendono in campo i cugini scarsi (è un caso che quella partita, invece che con la consueta casacca verde, il Camerun sia sceso in campo con una rivedibile divisa gialla?) che ne prendono 4 dai sovietici, a cui non basta quella goleada per avere la meglio su argentini e rumeni. La testa è già agli ottavi: ad attendere al varco i leoni indomabili c'è l'altra grande sorpresa del mondiale, la Colombia.
La partita, come al solito, è soporifera: Milla entra, come di consueto, nella ripresa, ma lo 0-0 non viene intaccato. Ai supplementari però il Camerun si sveglia: è Omam-Biyik a servire con un passaggio l'intramontabile Milla sullo scatto, che si fa fatica a credere appartenga a un 38enne, supera due difensori sudamericani e con un sinistro secco e potente batte Higuita; e anche le bandierine del San Paolo di Napoli sono invitate alla danza di Roger.
Poco dopo la Colombia, che tiene palla per cercare il pareggio, la gioca poco dietro la metà campo, dove la gioca Higuita, in una delle sue proverbiali uscite. Lo stesso portiere colombiano però, vedendo Milla avvicinarsi per far pressing, pensa bene di dribblarlo: la sciagurata scelta gli si ritorce contro, e Milla, che è bravo a far suo il pallone, ha l'intero specchio della porta a disposizione per depositare il pallone in gol e correre a concedere un'altro ballo al pubblico del San Paolo, in visibilio per le imprese di questo centravanti quasi quarantenne che porta gli africani dove mai erano riusciti ad arrivare, nemmeno con l'immaginazione.
Per i quarti di finale, ancora allo stadio San Paolo di Fuorigrotta, l'avversario è durissimo: l'Inghilterra. Squadra che vince non si cambia, quindi Milla comincia ancora una volta seduto al fianco di Nepomniachi. Dopo 25' Platt con un colpo di testa perfetto su cross di Pearce batte il portiere degli africani N'kono, Sembra la fine di una favola. Dopo l'intervallo Nepomniachi cede alle richieste del pubblico del San Paolo: fuori Maboang, dentro lui, il vecchio leone Milla. Appena entra in campo il vecchio campione, i leoni cominciano a ruggire: al 61' dà il via a un'azione offensiva che mette alle corde la difesa inglese, poi riceve un filtrante ed entra in area, dove Gascoigne lo falcia. Sul calcio rigore conseguente Kundé batte Shilton, Camerun di nuovo in corsa.
Quattro minuti dopo ancora Milla in possesso palla ai limiti dell'area vede l'inserimento di Ekoke, e gli serve un pallone perfetto davanti a Shilton, che viene ancora una volta battuto, 2-1: il Camerun adesso sogna la semifinale! Il Camerun resiste, ma a 7' dalla fine un fallo ingenuo del rude Massing provoca un penalty che Lineker non sbaglia: 2-2 e discorso rimandato ai supplementari.
Il gol del pari è un duro colpo per i camerunensi, che smorza loro l'entusiasmo che li sosteneva. Senza di esso infatti i camerunensi pagano oltremodo la fatica e la tensione, dovuta all'esperienza nulla di questi calciatori a determinati palcoscenici. La scaltrezza e l'esperienza premiano gli inglesi: è ancora Lineker, ancora su calcio di rigore causato da Massing, a sancire il 3-2 che vuol dire eliminazione per il Camerun, la squadra che aveva fatto innamorare tutta l'Italia calcistica. E un ulteriore dimostrazione d'amore si ha dopo quella partita: i leoni indomabili, domati solo da due calci di rigore, non lasciano subito il campo: restano ancora un po', e fanno il giro di campo per prendersi gli applausi del San Paolo, come se avessero vinto. L'ultima scena se la prende lui, il vecchio leone che li ha trascinati fin lì, che con la maglia dell'inglese Walker addosso saluta il pubblico che lo acclama e prende la via degli spogliatoi.
La favola di Milla, però, non finisce: come ogni stella che si rispetti, pretende il suo palcoscenico in America, la terra di Hollywood, Proprio lì ci andrà, a furor di popolo, insieme alla nazionale del Camerun per i Mondiali 1994, a 42 anni compiuti.
Il Camerun però non è lo stesso di quattro anni prima: le Notti magiche sono finite, e il Camerun è parecchio più domo, chiudendo il suo gruppo con un solo punto dietro a Brasile, Svezia e Russia.
L'unico rimasto indomabile è proprio lui, Milla: con la sua maglia numero 9 ormai tatuata addosso scende in campo a Stanford, il 24 giugno 1994, divenendo il calciatore più anziano ad aver giocato in un mondiale. Milla è nella leggenda del calcio quindi, ma non gli basta. Quasi come se sapesse che quel record era "facilmente battibile" (ci riuscirà Faryd Mondragon, terzo portiere della Colombia ai mondiali 2014, che giocò al posto di Ospina la terza e inutile partita del girone a 43 anni), Milla scende in campo a 42 anni e 43 giorni nella partita contro la Russia. La partita, dominata da uno straordinario Oleg Salenko autore di ben 5 reti, finì 6-1. Indovinate un po' chi ha segnato il gol della bandiera degli africani?
PER SAPERNE DI PIU':
http://www.storiedicalcio.altervista.org/roger-milla.html
http://storiedicalcio.altervista.org/camerun-1990.html
SITOGRAFIA IMMAGINI E VIDEO:
http://en.starafrica.com/wp-content/uploads/2011/07/FOOT_Cameron_1990_Milla.jpg
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSW3BS2aCCo3jL2gtOUEjqjCUdVOzfeRkWThBecC4f-SsOpg6Sy7A
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http://www.storiedicalcio.altervista.org/images/Milla_Roger_04.jpg
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http://www.passionemaglie.it/wp-content/uploads/2010/12/Roger-Milla_usa_94.jpg
https://www.youtube.com/watch?v=gaAq2LcbKPY
https://www.youtube.com/watch?v=jF4baRpu82Q
Più in piccolo, per il semplice fatto che il suo nome sia stato poco globalizzato, ma circoscritto al suo piccolo, ma grande e affascinante mondo, appartiene a questo club anche Roger Milla.
E il suo piccolo grande mondo, carico di fascino e mistero che per noi europei resterà sempre imperscrutabile. è l'Africa. Cosa c'entra l'Africa col calcio? Prima di lui poco o nulla, ed è per questo che ancora oggi, in quel miscuglio di etnie, ben 200, che affaccia sull'Oceano Atlantico incastonato fra la savana e la foresta pluviale equatoriale che è il Camerun, Milla è ancora l'eroe calcistico per eccellenza, molto più di Eto'o che, probabilmente, è anche un calciatore migliore di Milla, con molti prestigiosi titoli in bacheca a dimostrarlo.
E' proprio nella capitale, Yaoundé, che Roger, l'intramontabile leone indomabile nasce nel maggio di 63 anni fa. Mi soffermo un attimo sui soprannomi con i quali lo presento in questo post: intramontabile e leone indomabile. Capire il perché di leone indomabile è relativamente semplice: è il nomignolo che viene dato alla nazionale camerunense, nomignolo utilizzato ancora oggi ma nato nel 1982, all'indomani della prima, storica rassegna mondiale alla quale la nazionale africana, con Milla in campo, prende parte. Lui è quindi, uno degli originari leoni indomabili. Più difficile trovare, al fianco del nome di Milla, il soprannome intramontabile: questo infatti è un aggettivo, azzeccato a mo' di nickname, che trovate con altissima frequenza quando vi riferite a un altro grandissimo sportivo, che segnò anch'egli un epoca. Questi non giocava a calcio, ma correva in bici, e il suo nome era Gino Bartali.
Mi dilungo un pochino in questo off-topic perché il personaggio merita davvero: Bartali è stato uno dei più grandi ciclisti della storia, che ha scritto pagine indelebili di sport insieme al suo rivale di sempre, Fausto Coppi. Dei due, Bartali era, per la piega presa dalla storia, quello più svantaggiato da Madre Natura: l'atleta fiorentino infatti ha avuto la sfortuna di nascere nel 1914, e quindi l'interruzione delle corse per cause belliche dal 1940 al 1945 gli ha tolto praticamente gli anni migliori della sua carriera, a differenza di Coppi che, essendo nato nel 1919, alla ripresa delle attività nel dopoguerra aveva solo 26 anni, ed era quindi nel fiore degli anni e dell'attività agonistica. Tuttavia, Coppi dovette guardare la schiena di Bartali ancora per un po' di tempo perché, nonostante l'età avanzata e il fatto che tutti lo dessero per finito, Gino conquistò ancora una volta il Giro d'Italia, due volte la Milano-Sanremo e il Giro di Svizzera ma soprattutto lo storico Tour de France 1948, dieci anni dopo la sua prima vittoria alla Gran Boucle, guadagnandosi a giusta ragione il riconoscimento di campione intramontabile.
A questo punto, è assolutamente chiara l'analogia fra i due campioni che mi ha spinto a chiamare anche Milla "intramontabile": la sua storia è quella unica di un atleta straordinariamente longevo ma che fu anche un talento precocissimo, quando giocava a calcio fra le strade polverose del suo Camerun. Proprio in questo particolarissimo habitat viene notato a Douala, città costiera del Camerun, dove Roger si trova con la sua famiglia, sempre in movimento a causa del lavoro del papà, ferroviere. E' quindi da Douala che parte il lungo viaggio di Roger Milla nel mondo del calcio, quando firma il suo primo contratto da professionista per l'Eclair: è il 1965, e Roger ha da poco compiuto 13 anni. Comincia quindi il cammino di Milla, che assume le proporzioni della scalata inarrestabile: dopo cinque anni, 52 partite e 45 gol, passa dall'Eclair al Léopard, sempre a Douala, dove conquista in quattro anni per ben due volte il campionato e apponendo la sua personalissima firma ben 89 volte su 117 apparizioni. A 21 anni, contemporaneamente ai gol col Léopard, arriva anche la chiamata della squadra con cui passerà alla storia, la nazionale camerunense. Nel frattempo però non resiste al richiamo di casa, e torna a Yaondé, tesserato dal Tonnerre, col quale si impone anche in ambito internazionale, conquistando la Coppa delle Coppe africana.
I suoi numeri e le sue vittorie attirano gli occhi curiosi del calcio che conta: ed è quindi a 25 anni, quando un calciatore solitamente entra nel pieno della sua parabola professionale, che compie il grande salto verso l'Europa, salto che se adesso appare normalissimo, allora era a dir poco raro. E' la Francia ad attirare Milla, e il campione camerunense, fresco di Pallone d'oro africano 1976, approda al Valenciennes.
La carriera del nostro leone però comincia a subire un rallentamento, nel quale sicuramente avrà avuto la sua parte un difficile ambientamento nel Vecchio Continente: scende in campo soltanto 28 volte in due anni, per la miseria di 6 gol. Tuttavia ha una nuova chance, e nel 1979 saluta il club e il confine belga per andare in un grande club del sud, il Monaco.
I guai per Roger pare non finiscano mai, e anche al Monaco sono pochissime le partite, a causa di frequenti malanni fisici, e ancor meno i gol, soltanto due. Non tutto il male viene per nuocere però: anche se non da protagonista, vince la Coppa di Francia.
Si ripete l'anno successivo, ancora Coppa di Francia, ma con un nuovo club, il Bastia: col club corso resta per ben 4 stagioni, che cominciano a dargli soddisfazioni, giocando tanto e segnando 37 gol totali, riavvicinandosi ai suoi standard. Proprio in quegli anni disputa la Coppa del mondo da centravanti titolare: inserito nel girone con Italia, Polonia e Perù, i leoni diventano indomabili proprio perché nessuna delle tre compagini riuscirà a batterli. Alla fine i 3 punti conquistati, frutto di tre pareggi, non eviteranno l'eliminazione alla nazionale africana, ma escono a testa altissima.
Ma torniamo in Francia: è il 1984, e Roger Milla, fresco campione d'Africa coi suoi leoni, ha ormai 32 anni quando accetta quello che, stando all'età, dovrebbe essere l'ultima grande esperienza della sua carriera, che gli offre il Saint-Etienne, club di grandissima tradizione che però, dopo anni difficili, si ritrova a partire dalla Ligue 2, e punta proprio sul vecchio leone per cercare la risalita. Occorreranno due anni al Saint-Etienne per tornare in massima serie, ma sono due annate da autentico trascinatore per Milla, che conclude l'esperienza in verde con 31 gol in 57 partite. Passa poi al Montpellier, col quale è semplicemente sontuoso: 18 gol il primo anno, con promozione immediata, 12 reti il secondo anno, fondamentali per la salvezza, altre 7 il terzo e ultimo anno col Montpellier. Nel frattempo Milla vince la sua seconda Coppa d'Africa, laureandosi capocannoniere.
Tantissime soddisfazioni, per uno che nel 1984 davano per finito: Milla ne approfitta quindi per concludere in bellezza col calcio professionistico, e nel 1989, a 37 anni, lascia il Montpellier e la nazionale, e si ritira dal grande calcio. La passione per il calcio lo prende ancora, certo, ma trova il modo di soddisfarla al Saint-Perroise, nell'isola di Riunione, un posto quasi dimenticato dal mondo, e per questo incontaminato, a metà strada fra Madagascar e le Mauritius, ma che amministrativamente è dipartimento d'oltremare appartenente alla Francia, dove può giocare tranquillamente a calcio senza la luce dei riflettori. Per lo meno, così crede: non sa che la storia del calcio lo sta chiamando per far di lui una leggenda.
Un anno dopo che Milla ha lasciato Montpellier, infatti, si sarebbero tenuti i Mondiali in Italia, quelli delle "Notti magiche", e il Camerun si ripresentava sulla scena della più grande manifestazione calcistica mondiale dopo aver mancato l'appuntamento messicano del 1986. Qualcuno di molto importante in Camerun, nientemeno che l'allora presidente Paul Biya (per la verità è ancora il presidente della repubblica camerunense, e lo è ininterrottamente dal 1982), si ricorda di quei mondiali spagnoli, e si ricorda anche che il centravanti di allora era appunto Milla, di cui è un tifoso sfegatato. Da qui nasce la grande idea: Biya telefona a Milla per chiedergli di tornare a vestire la maglia verde. E il CT, direte voi, sarà d'accordo? A Biya di Nepomniachi, il tecnico sovietico che allena i leoni indomabili, che non sa una parola in francese (l'ideale per allenare il Camerun, non c'è che dire...), non gliene frega niente, è lui a decidere. Dopo mille ripensamenti, lo sportivo prevale sul pensionato, e Milla accetta.
Il girone prevede per il Camerun un esordio durissimo, a San Siro contro l'Argentina campione del mondo di Maradona. E' la partita della grande sorpresa: il Camerun è messo benissimo in campo, gioca meglio degli argentini, crea e, al 67', si porta in vantaggio, gol di Omam-Biyik. Quel gol viene difeso strenuamente, anche in nove uomini, e regala al Camerun un'insperata vittoria.
Seconda partita, a Bari, contro una tenace Romania: non succede niente per 58', poi Nepomniachi manda in campo Milla. Soli 18 minuti dopo Roger raccoglie un pallone sparato in avanti, vince il duello aereo col rumeno Andone e, a tu per tu con Longu, lo batte senza pietà: 1-0. Il mondo si accorge di questo nonnetto fenomenale che porta in vantaggio i suoi compagni di squadra con un suo gol, per il quale esulta felice come un bambino, improvvisando una danza travolgente con la bandierina del calcio d'angolo.
A me piace immaginare che alla bandierina sia piaciuto il balletto: talmente tanto da chiedere, col fare sensuale di una femme-fatale, a Roger di concederle il bis. Fatto sta che, tornando alla realtà, dieci minuti dopo Milla spara un potente destro sotto l'incrocio che non lascia scampo al portiere rumeno, e la scena si ripete.
Adesso a ballare, però, è tutto il Camerun (e anche molti italiani che hanno preso in simpatia questi ragazzotti sconosciuti): il Camerun è la prima squadra africana della storia a superare il primo turno.
L'ultimo match con l'URSS è assolutamente inutile, e al posto dei camerunensi scendono in campo i cugini scarsi (è un caso che quella partita, invece che con la consueta casacca verde, il Camerun sia sceso in campo con una rivedibile divisa gialla?) che ne prendono 4 dai sovietici, a cui non basta quella goleada per avere la meglio su argentini e rumeni. La testa è già agli ottavi: ad attendere al varco i leoni indomabili c'è l'altra grande sorpresa del mondiale, la Colombia.
La partita, come al solito, è soporifera: Milla entra, come di consueto, nella ripresa, ma lo 0-0 non viene intaccato. Ai supplementari però il Camerun si sveglia: è Omam-Biyik a servire con un passaggio l'intramontabile Milla sullo scatto, che si fa fatica a credere appartenga a un 38enne, supera due difensori sudamericani e con un sinistro secco e potente batte Higuita; e anche le bandierine del San Paolo di Napoli sono invitate alla danza di Roger.
Poco dopo la Colombia, che tiene palla per cercare il pareggio, la gioca poco dietro la metà campo, dove la gioca Higuita, in una delle sue proverbiali uscite. Lo stesso portiere colombiano però, vedendo Milla avvicinarsi per far pressing, pensa bene di dribblarlo: la sciagurata scelta gli si ritorce contro, e Milla, che è bravo a far suo il pallone, ha l'intero specchio della porta a disposizione per depositare il pallone in gol e correre a concedere un'altro ballo al pubblico del San Paolo, in visibilio per le imprese di questo centravanti quasi quarantenne che porta gli africani dove mai erano riusciti ad arrivare, nemmeno con l'immaginazione.
Per i quarti di finale, ancora allo stadio San Paolo di Fuorigrotta, l'avversario è durissimo: l'Inghilterra. Squadra che vince non si cambia, quindi Milla comincia ancora una volta seduto al fianco di Nepomniachi. Dopo 25' Platt con un colpo di testa perfetto su cross di Pearce batte il portiere degli africani N'kono, Sembra la fine di una favola. Dopo l'intervallo Nepomniachi cede alle richieste del pubblico del San Paolo: fuori Maboang, dentro lui, il vecchio leone Milla. Appena entra in campo il vecchio campione, i leoni cominciano a ruggire: al 61' dà il via a un'azione offensiva che mette alle corde la difesa inglese, poi riceve un filtrante ed entra in area, dove Gascoigne lo falcia. Sul calcio rigore conseguente Kundé batte Shilton, Camerun di nuovo in corsa.
Quattro minuti dopo ancora Milla in possesso palla ai limiti dell'area vede l'inserimento di Ekoke, e gli serve un pallone perfetto davanti a Shilton, che viene ancora una volta battuto, 2-1: il Camerun adesso sogna la semifinale! Il Camerun resiste, ma a 7' dalla fine un fallo ingenuo del rude Massing provoca un penalty che Lineker non sbaglia: 2-2 e discorso rimandato ai supplementari.
Il gol del pari è un duro colpo per i camerunensi, che smorza loro l'entusiasmo che li sosteneva. Senza di esso infatti i camerunensi pagano oltremodo la fatica e la tensione, dovuta all'esperienza nulla di questi calciatori a determinati palcoscenici. La scaltrezza e l'esperienza premiano gli inglesi: è ancora Lineker, ancora su calcio di rigore causato da Massing, a sancire il 3-2 che vuol dire eliminazione per il Camerun, la squadra che aveva fatto innamorare tutta l'Italia calcistica. E un ulteriore dimostrazione d'amore si ha dopo quella partita: i leoni indomabili, domati solo da due calci di rigore, non lasciano subito il campo: restano ancora un po', e fanno il giro di campo per prendersi gli applausi del San Paolo, come se avessero vinto. L'ultima scena se la prende lui, il vecchio leone che li ha trascinati fin lì, che con la maglia dell'inglese Walker addosso saluta il pubblico che lo acclama e prende la via degli spogliatoi.
La favola di Milla, però, non finisce: come ogni stella che si rispetti, pretende il suo palcoscenico in America, la terra di Hollywood, Proprio lì ci andrà, a furor di popolo, insieme alla nazionale del Camerun per i Mondiali 1994, a 42 anni compiuti.
Il Camerun però non è lo stesso di quattro anni prima: le Notti magiche sono finite, e il Camerun è parecchio più domo, chiudendo il suo gruppo con un solo punto dietro a Brasile, Svezia e Russia.
L'unico rimasto indomabile è proprio lui, Milla: con la sua maglia numero 9 ormai tatuata addosso scende in campo a Stanford, il 24 giugno 1994, divenendo il calciatore più anziano ad aver giocato in un mondiale. Milla è nella leggenda del calcio quindi, ma non gli basta. Quasi come se sapesse che quel record era "facilmente battibile" (ci riuscirà Faryd Mondragon, terzo portiere della Colombia ai mondiali 2014, che giocò al posto di Ospina la terza e inutile partita del girone a 43 anni), Milla scende in campo a 42 anni e 43 giorni nella partita contro la Russia. La partita, dominata da uno straordinario Oleg Salenko autore di ben 5 reti, finì 6-1. Indovinate un po' chi ha segnato il gol della bandiera degli africani?
PER SAPERNE DI PIU':
http://www.storiedicalcio.altervista.org/roger-milla.html
http://storiedicalcio.altervista.org/camerun-1990.html
SITOGRAFIA IMMAGINI E VIDEO:
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http://www.storiedicalcio.altervista.org/images/Milla_Roger_04.jpg
http://www.storiedicalcio.altervista.org/images/Milla_Roger_02.jpg
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http://www.passionemaglie.it/wp-content/uploads/2010/12/Roger-Milla_usa_94.jpg
https://www.youtube.com/watch?v=gaAq2LcbKPY
https://www.youtube.com/watch?v=jF4baRpu82Q
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