Il bello del calcio: Tahiti-Nigeria

La quarta storia che vi propongo, per il filone "Il bello del calcio", è decisamente sui generis. È infatti una partita che in moltissimi non ricordano, ed effettivamente neanche io ricordo perché l'abbia vista - davvero non avevo di meglio da fare? - Eppure, quella partita mi ha colpito tantissimo, al punto da credere che valga la pena di essere raccontata.
Non è la storia di una gran partita con dei grandissimi campioni: proprio per questo ve la racconto; infatti non c'è sempre bisogno dei campioni, dei grandi allenatori, di un gran gioco, di una partita apertissima fino all'ultimo per emozionare una platea.

Ma andiamo con ordine e cominciamo dall'inizio di questa storia: questa storia parte il 30 ottobre 2007, quando la FIFA assegna ufficialmente al Brasile l'organizzazione dei Mondiali 2014. Fervono ovviamente da allora i preparativi per quella che sarà la più importante kermesse calcistica di quell'anno, alla quale il Brasile dovrà arrivare preparato, sia a livello sportivo, sia a livello logistico e ambientale (sotto entrambi i punti di vista il Brasile non ci arrivò poi tanto preparato, ma questa è un'altra storia).
Contestualmente alla Coppa del mondo però, il Brasile ha avuto, come avviene da prassi dal 2005, anche l'incarico di organizzare la Confederation Cup, la competizione nata da un'idea di re Fahd d'Arabia, che dal 1992 prese l'abitudine di invitare le migliori squadre di ogni continente nel suo Paese, perché mettessero su per lui uno show calcistico. La competizione sfuggì dalle mani di questo ricchissimo sponsor, passando sotto il controllo della FIFA, che dapprima dette alla competizione una cadenza biennale con sede itinerante, poi dal 2005 rese la competizione quadriennale da disputarsi un anno prima della Coppa del mondo nel Paese che avrebbe ospitato anche la massima rassegna mondiale.
Da quando la Confederation è passata sotto il controllo della FIFA, le modalità di partecipazione si fecero più precise: infatti, se prima gli inviti erano mandati da re Fahd, con squadre che spesso rifiutavano l'invito e venivano sostituite, adesso le otto partecipanti sono ben determinate: ci sarà ovviamente la nazione ospitante, che è anche testa di serie, poi ci sarà la nazionale campione del mondo, l'altra testa di serie, e a seguire le squadre campioni delle sei confederazioni affiliate alla FIFA, ovvero l'europea UEFA. la coppia CONCACAF CONMEBOL per le Americhe (rispettivamente del nord e del sud), CAF per l'Africa, AFC per l'Asia e OFC per l'Oceania.
Come da regolamento quindi, il 15 giugno si presentano quindi otto squadre: il Brasile; la Spagna campione del mondo e bi-campione d'Europa in carica, e quindi sostituita in veste di rappresentante UEFA dalla finalista perdente dei campionati europei 2012, l'Italia; l'Uruguay; il Messico; il Giappone; i campioni africani della Nigeria, e sorpresa delle sorprese, in qualità di vincitrice del torneo oceaniano, c'è Tahiti.
Sorpresa delle sorprese perché il torneo oceaniano è da sempre appannaggio di una fra Australia - che però dal 2006 ha piantato in asso l'OFC per manifesta superiorità nei confronti delle altre selezioni oceaniche (a questo proposito vi cito solo i 31 palloni depositati alle spalle del povero Nicky Salapu, portiere delle Samoa Americane, l'11 aprile 2001) e si è affiliata all'AFC - e Nuova Zelanda.
A volte però nel calcio accadono eventi impronosticabili, e alle 15:00 locali del 10 giugno 2012 a Honiara, capitale delle Isole Salomone, Chong Hue firma il gol che manda Tahiti nella storia, decisivo per battere la Nuova Caledonia, con gli All Whites (così chiamati per la loro divisa da gioco, tutta bianca, in contrasto con i ben più noti All Blacks che dominano il rugby mondiale) fuori dai giochi già alle semifinali, e staccare il biglietto per il Brasile.
Fanno quasi tenerezza i calciatori tahitiani, imbucati ad una festa che non doveva essere loro: inseriti nel girone B con Spagna, Uruguay e Nigeria, sanno bene di essere solo di ;passaggio, spettatori di un allenamento ben pagato dalla FIFA per le nazionali avversarie; sono però l'emblema dell'entusiasmo che il calcio sa dare ma che i professionisti a volte non lasciano trasparire. Per loro il semplice fatto di giocare contro quei grandi campioni negli stadi brasiliani, che hanno visto le gesta di Garrincha, Pele, Zico, Ronaldo e tutti gli altri campionissimi che il Brasile ha donato al calcio, significa toccare letteralmente il cielo con un dito.
L'avventura di Tahiti, come previsto, dura appena sei giorni, giusto il tempo di incassare 6 gol dalla Nigeria, dall'Uruguay e addirittura 10 dalla Spagna!

Marama Vahirua, la star
della selezione oceaniana
Cosa c'entra Tahiti con "Il bello del calcio" quindi? È presto detto: il 17 giugno al Mineirão di Belo Horizonte si gioca la seconda partita del gruppo B: dopo il 2-1 della Spagna sull'Uruguay, la Nigeria ha il match-point decisivo per piazzarsi a pari punti con la Spagna ed entrare nel vivo della corsa alle semifinali.
La partita, ovviamente, mantiene le attese: dopo 5 minuti Nigeria in vantaggio, grazie ad un autorete di Vallar, poi al 10' raddoppia Oduamadi che al 26' firma una doppietta. Il 3-0 si mantiene fino alla fine della prima frazione, e anche nel secondo tempo, quando poi al 54' scatta l'ora dell'appuntamento con la storia.
Vahirua, l'unico calciatore tahitiano che gioca in Europa, coi greci del Panthrakikos - dopo una vita passata in Francia con le maglie di Nantes, Nizza, Lorient, Nancy e Monaco - batte un calcio d'angolo da destra e spara il pallone sul secondo palo, dove nessun nigeriano si accorge della presenza di Jonathan Tehau in area, che salta altissimo, più di ogni altro calciatore nigeriano, e impatta di testa il pallone, che passa fra portiere e primo palo, finendo in rete. Segue a questo gol, un traguardo apparentemente irrealizzabile per i tahitiani, un'esultanza sfrenata, irresistibile, frutto di una gioia irrefrenabile di quei calciatori sconosciuti, gioia che ha contagiato praticamente tutti
Ecco l'immagine che dovrebbe fare da spot al calcio; ecco ciò che cercavo per questo post: l'esultanza, i sorrisi, la gioia quasi fanciullesca dei calciatori tahitiani per un gol che non conta nulla, ma che è sempre e comunque obbiettivo di chi gioca a calcio. Una gioia spesso dimenticata che mi ha fatto davvero rinnamorare del calcio, in un momento in cui la nostra procura apriva un nuovo e pur sempre antico capitolo del sempreverde scandalo calcioscommesse, che ha insozzato nuovamente questo fantastico gioco, facendone allontanare moltissimi appassionati. Tutto questo è "Il bello del calcio".

SITOGRAFIA IMMAGINI E VIDEO:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/2/2c/FIFA_Confederations_Cup_Brazil_2013_logo.svg/188px-FIFA_Confederations_Cup_Brazil_2013_logo.svg.png
http://www.vip.it/wp-content/uploads/2013/08/tahiti-confederations-cup-2013.jpg
http://www.pronosticicalcioscommesse.com/wp-content/uploads/2013/05/Tahiti-Nigeria.png
http://www.fifa.com/imgml/tournament/confederationscup2013/players/xl/367906.png
http://static.guim.co.uk/sys-images/Football/Pix/pictures/2013/6/17/1371508533493/Tahiti-Confederations-Cup-008.jpg

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